Una giornata come tante. State andando al lavoro. Immaginate una persona sconosciuta che aspetta il treno accanto a voi. In piedi, davanti al binario. Improvvisamente vi parla, con parole sublimi che incantano, toccano, emozionano. Ascoltate e non capite se vi sta parlando seriamente, se è pazza…oppure? Eppure vi sentite coinvolti: è qualcosa di antico e nuovo, il bello che cattura attraverso la parola e l’ascolto. In un istante rubato alla grigia routine la letteratura si fa narrazione e vita.
E’ uno dei tanti esperimenti intrapresi dalle “persone-libro”, l’originale esperienza ideata in Spagna anni fa da Antonio Rodriguez Menendez e portata avanti in Italia, dal 2009, dall’associazione “Donne di carta”, che promuove a più livelli l’amore per la lettura.
In piazze, scuole, biblioteche, treni, mercati, pizzerie, ospedali, nei luoghi più insoliti o in eventi organizzati nei centri culturali di 14 città italiane, un centinaio di “persone-libro”, in maggioranza donne, imparano a memoria brani di libri amati (romanzi, saggi, lettere, poesie, ma anche canzoni o lettere) e li “dicono” a chi vuole ascoltarle. Si recupera in questo modo l’arte della memoria e della narrazione attraverso l‘oralità, educando le persone all’ascolto, una attitudine che tende oramai a scomparire.

Pioniera in Italia di questo singolare esperimento è Sandra Giuliani, presidente dell’associazione “Donne di carta”, fondata anni fa in una piccola libreria nel centro di Roma, che ha dovuto chiudere i battenti come tante altre realtà di questo tipo. Sandra ha un entusiasmo e una passione sconfinata per la lettura e la scrittura. Quando parla delle “persone-libro” (una ventina a Roma) e delle varie iniziative per promuovere libri e letture si illumina; lascia scivolare le parole come fossero perle preziose. “La lettura si promuove rendendola una dinamica quotidiana – spiega a b-hop -. Se io ‘dico’ a memoria un libro a qualcuno, lo costringo a guardarmi: in questo modo creiamo uno scambio e una relazione”.

Le fa eco un’altra “persona-libro”, socia dell’associazione: “Non esistono oggetti che non si possono decodificare: anche le pietre possono essere lette – precisa Maria Rosaria Ambrogio – Bisogna saper declinare il linguaggio facendo parlare le cose. A volte riusciamo a far parlare anche il silenzio”. La memoria, aggiunge Sandra, “è la sedimentazione affettiva della parola. Noi cerchiamo di recuperarla in un Paese che invecchia e che non è abituato all’ascolto. E restituiamo potere al lettore”. Ma attenzione: “non siamo attori e non recitiamo i brani dei libri – precisa -. C’è un lungo cammino di formazione, un metodo da imparare per fare proprie quelle parole e riuscire a ‘dirle’ in pubblico superando l’imbarazzo”.

Durante gli eventi organizzati le “persone-libro” chiedono agli ascoltatori se sanno qualcosa a memoria – anche una poesia o una frase di una canzone – per condividerla e creare lo scambio. Alcuni entusiasti, chiedono di aderire all’iniziativa. Altri ringraziano e tornano a casa soddisfatti. Sicuramente hanno vissuto una esperienza inedita.
“E’ facile riconoscerci – sottolineano Sandra e Maria Carmela -. Siamo vagabondi all’esterno, biblioteche dentro”.
Quindi, se la prossima volta qualcuno vi avvicina in una stazione chiamandovi, ad esempio, Emma (Bovary) o Anna (Karenina), saprete chi è. Se il 30 e 31 gennaio sarete dalle parti di Napoli o Nola potrete incontrarle.