Tranquilli: non è il solito ristorante di cui vi vogliamo parlare e tanto meno dell’ormai attempato, seppur sempre delizioso, film di Gianni Di Gregorio “Pranzo di ferragosto”. Quello che vi vogliamo suggerire è di trascorrere la giornata di Ferragosto passeggiando in vetta.
Se siete in una località di montagna o nei pressi di qualche catena montuosa non abbiate dubbi: abbandonate l’idea della comoda e straripante abbuffata e indossate scarponi e zaino per alimentare lo spirito con le meraviglie della natura. Il percorso che noi vi proponiamo parte dalla Val di Fassa e più precisamente da uno dei passi maggiormente celebrati dal Giro d’Italia e conseguentemente dagli amanti del ciclismo: Passo Pordoi (2.239m).
Se siete saliti in autovettura potrete lasciarla gratuitamente in uno degli ampi parcheggi presenti per poi salire sul Sass Pordoi (2950 m), la cosiddetta Terrazza delle Dolomiti, utilizzando la comoda funivia che in soli 4 minuti – al costo non trascurabile di 18 euro a/r – vi porterà al rifugio Maria.
Se non vi piace la funivia, ma solo nel caso voi siate escursionisti esperti, potrete affrontare il sentiero che con ripidi e sdrucciolevoli tornanti vi permetterà di superare un dislivello di circa 600 m. e vi farà approdare al rifugio Forcella Pordoi (2848 m.).
Se avete scelto l’ascensore funivia vi consigliamo di godervi per qualche minuto la terrazza dolomitica anche se, malauguratamente, probabilmente vi troverete in compagnia di qualche schiamazzante turista fornito anche di improponibili infradito. Completato il godimento, per iniziare il vero e proprio percorso, occorrerà comunque raggiungere, attraverso una breve discesa (10 min.), il Forcella Pordoi.
Vi troverete in uno splendido circo interno, con un pò di immaginazione vi sembrerà di essere in un canyon e forse getterete l’occhio alla ricerca di qualche pellerossa. Ora, seguendo le numerose indicazioni, proseguirete verso la meta del nostro percorso: il Piz Boè (3152 m). La salita è dolce, non affanna e nel momento in cui avrete superato il circo interno, lentamente, vi si svelerà un paesaggio lunare dal quale potrete ammirare ciò che resta del ghiacciaio della Marmolada (in cento anni si è quasi dimezzato).
Giunti nuovamente intorno ai 3.000 m vi troverete davanti l’oggetto del vostro desiderio: il Piz Boè ma per raggiungerlo ora dovrete far ricorso a tutta la vostra volontà. Quello che rimane del percorso è una breve ma sanguinosa ascesa di 150 m. Un modesto dislivello ma con pendenze molto ripide, a tratti quasi verticali. Ad aiutarvi, nei punti più complessi, troverete delle funi in acciaio.
Non spaventatevi e non mollate, con un po’ di energia, con molta pazienza, con la giusta attenzione e tanto fiatone chiunque potrà conquistare la vetta.
Perché è questo ciò che vi regalerà il Piz Boè: la sensazione di una conquista.
La vertigine del panorama di vette e cielo di fronte a voi vi farà ottenere la consapevolezza che, dopo aver smoccolato, sudato, faticato, imprecato contro voi stessi, siete riusciti finalmente a porvi davanti all’infinito.
Ma è Ferragosto, nel titolo abbiamo citato il pranzo e dopo un’ascesa di questo genere l’appetito non vi mancherà.
Il Rifugio Capanna Piz Fassa, in cima al Piz Boè, vi avrà già provocato l’olfatto con appetitosi profumi. Se siete disposti al vizio ed alla corruzione dei sensi un gradevole e tipico menu ladino vi accoglierà.
Ovviamente ricordatevi che dovrete sempre affrontare un’impegnativa discesa e quindi vi consigliamo di non farvi traviare eccessivamente da canederli, polenta, gulash, formaggi locali (il famoso Puzzone di Moena), strudel, vini trentini e birre artigianali.
Buon Ferragosto.
Photo credits: Francesco Felli