Il loro ultimo domicilio conosciuto è da qualche parte su Terzan 5, un ammasso globulare che orbita nei pressi del centro galattico. Ma prima si era parlato di una loro possibile dimora nei pressi dell’ammasso M13 nella costellazione di Ercole o alle porte di KIC 8462852, un nome complicato per definire una stella della Costellazione del Cigno. Loro sono, ovviamente, gli alieni e non rappresentano solo una materia per film di fantascienza o per improbabili trasmissioni televisive condite di misteri e lievi paranoie. La ricerca di intelligenza extraterrestre è, infatti, un argomento serissimo, oggetto di interesse anche per la scienza.
Molti conoscono, per esempio, il programma di ricerca SETI che si occupa della ricerca di civiltà aliene abbastanza evolute da poter trasmettere segnali radio e mandarli a spasso per l’Universo, dove un’altra civiltà potrebbe essere in grado di riceverli.
Fu proprio con questa speranza che, nel lontano 1974, venne inviato verso M13, grazie a un radiotelescopio, un messaggio codificato che riportava alcune informazioni sul genere umano e una mappa stradale per trovare la nostra Terra all’interno del sistema solare. M13 dista da noi 25.000 anni luce e quindi una ipotetica civiltà aliena riceverà la nostra cartolina postale solo dopo un numero uguale di anni. E altrettanti ce ne vorranno per ricevere una risposta. Nonostante questo, diversi osservatori avanzarono dei dubbi sull’opportunità di fornire l’indirizzo e le chiavi di casa a degli sconosciuti di cui non conosciamo le intenzioni. Il genere umano ha comunque 50.000 anni di tempo per rifletterci su anche se, male che vada, il danno è ormai fatto.
In tempi più recenti, esattamente nell’ottobre dello scorso anno, gli astronomi hanno cominciato a osservare con interesse una stella situata nella costellazione del Cigno.
Fin dagli anni ’60 del secolo scorso, infatti, si è ipotizzato che una civiltà aliena evoluta potrebbe essere in grado di assorbire risorse direttamente dalla propria stella di riferimento. Per intenderci: il genere umano è in grado di utilizzare solo una frazione dell’energia totale disponibile sul proprio pianeta ed è quindi molto lontana dal saper utilizzare in maniera diretta le risorse del Sole. I più spericolati sostenitori della vita aliena, quindi, hanno trovato una valida ragione per spiegare le anomale intermittenze della stella KIC 8462852 che subisce dei cali di luminosità difficilmente spiegabili con le ipotesi classiche di pianeti in transito davanti al disco stellare o di presenza di polveri sul piano orbitale. In attesa di saperne di più gli astronomi studiano il fenomeno, mentre le riviste di misteri e ufo si preparano all’incontro con E.T.
Insomma, gli indizi per l’esistenza di vita intelligente al di fuori del nostro piccolo pianeta sono tanti.
In fondo esistono 100 miliardi di galassie ed ognuna di queste contiene 100 miliardi di stelle e, visto che la Terra non ha nulla di speciale, nell’universo dovrebbero esistere, od essere esistiti, milioni di essere intelligenti già in grado di colonizzare la nostra galassia.

Noi, tuttavia, non solo non ne abbiamo mai incontrato alcuno, ma non ne scorgiamo neanche i segnali. Al proposito resta valida la constatazione di Enrico Fermi che un giorno del 1950, durante una pausa pranzo con i colleghi, proprio seguendo il ragionamento suddetto, si chiese di fronte al silenzio dell’universo: “Dove sono tutti quanti?”. La domanda da allora è passata alla storia come il paradosso di Fermi ed ha incuriosito ed interrogato migliaia di scienziati e semplici appassionati.
L’ultima ipotesi di soluzione del paradosso arriva dal centro di Astrofisica di Harvard. La ricercatrice Rosanne Di Stefano, non più di qualche settimana fa, ha prodotto uno studio in cui si afferma che presso gli ammassi globulari potrebbe essere più facile trovare civiltà aliene.
A causa della grande concentrazione di stelle, infatti, in queste zone del cosmo i viaggi interstellari potrebbero essere relativamente agevoli e una civiltà aliena che abita un pianeta orbitante attorno a una stella alla fine del suo ciclo di vita, potrebbe facilmente saltare sul pianeta di un’altra stella e continuare a esistere.
Insomma se alieni sono, sono anche b-hoppers!
b-hop#failtuosalto