di Patrizia Caiffa – L’esperienza della maternità (e paternità) viene spesso descritta in termini idilliaci da chi la vive o la sogna o nell’immaginario collettivo. Sono rari i genitori sinceri che, accanto alla felicità di avere un figlio, riconoscono onestamente, e ammettono pubblicamente, anche le tante difficoltà quotidiane. A quest’ultima categoria appartengono i protagonisti del libro di Marianna Mandato “Un figlio pura improvvisAzione“ (Fermento, 2021).
Cosa vuol dire avere un figlio oggi? A questa domanda sembra voler rispondere la narrazione con al centro i due neo-genitori Peppe e Gaia, protagonisti del libro, che incarnano la storia di una coppia, di milioni di coppie.
Pur desiderando ardentemente dare alla luce un pargoletto e riuscendo a realizzare il loro progetto familiare senza troppi intoppi, si scontrano con un quotidiano che presenta innumerevoli sfide, mai immaginate prima.
Attraverso lo sguardo di Gaia (che guarda Peppe e il figlio Valentino) l’autrice descrive vissuti e aneddoti a tratti ironici, a tratti perfezionistici e paradossali, che gettano una luce quasi spietata sulla gravidanza, su cosa significa per una donna e per un uomo avere e volere un figlio in Italia.
Su cosa significherà e cosa succederà quando nascerà il bambino.
La vita viene stravolta, il cambiamento è totale, nelle rivelazioni di puro amore e bellezza o, al contrario, nelle fatiche.
E questo lo “capiscono” o lo intuiscono anche quelli che i figli non li hanno, nonostante nel libro e nel parlare comune si affermi più volte l’opposto. Fare paragoni tra esperienze – quali che siano – serve a poco, se non a far uscire perdenti su un fronte o sull’altro gli eletti o i malcapitati. Il prezzo di ogni scelta, a volte indipendente dalla volontà, spesso comporta delle rinunce, non sempre gradite.
Peppe e Gaia, dicevamo, coppia innamorata, libera e perfetta, passano in pochi capitoli dall’esplosione ormonale di felicità alla notizia della gravidanza allo sconquasso del parto, delle notti insonni, di pappette, cacchette e vomitini, fino a toccare il limite della depressione post-parto e della crisi di coppia, anche della vita sessuale, un tempo brillante.
Con un linguaggio ricercato e scorrevole – viene voglia di sapere cosa accadrà dopo anche se in realtà lo si sa già, perché i percorsi sono già visti in tutte le coppie – l’autrice racconta le varie fasi dell’arrivo e crescita di un figlio.
A volte con orgoglio materno – tutti i genitori “si convincono che il proprio figlio sia nel suo genere unico e intelligentissimo” -, a volte con l’amara ironia e lo sconforto delle mamme costrette alla triste esperienza dei parchi giochi, dei gonfiabili o dei villaggi-vacanze d’agosto anziché agli “aperitivini” mondani con gli amici o ai viaggi-avventura in angoli remoti come una volta.
“Sono tematiche sociali sempre all’ordine del giorno ma generalmente affrontate in modo pesante, magari polemico e probabilmente poco costruttivo o del tutto inutile, o poco utile a livello pratico
– spiega Marianna Mandato a B-Hop magazine -. Così ho raccolto una serie di testimonianze pre e post gestazione di donne e uomini che si trovavano o si erano trovati a vivere l’evento. Divertenti e spietate allo stesso tempo. Ne è seguito un collage di esperienze nell’essenza molto, molto simili. E tutte insieme, compresa la mia, hanno preso forma nei due personaggi protagonisti del libro”.
Verso il finale l’autrice cerca anche di proporre delle soluzioni “preventive” per togliere molte madri, specie quelle che non lavorano fuori casa, dall’isolamento in cui vengono improvvisamente a trovarsi, con seri e ponderati consigli per evitare la separazione dei neo-genitori alle prese con questa “miccia di proporzioni insondabili”.
Semplicemente, un figlio/a.